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Test

COSA SONO I TEST PSICOLOGICI?

La batteria testale proposta comprende i test più impiegati in ambito clinico e forense, a livello nazionale ed internazionale:
- il test di Rorschach (secondo il Sistema Comprensivo J. Exner);
- il questionario multifasico di personalità MMPI-2;
- le interviste strutturate SCID-I e SCID-II;
- la scala di valutazione del livello intellettivo WAIS-R;
- il Genogramma familiare, strumento elaborato in ambito sistemico che consente di raccogliere una articolata anamnesi della storia familiare e contestualizzare il profilo individuale.
Per i bambini si potranno utilizzare strumenti diversi:
- il disegno (disegno della figura umana, della casa, della famiglia, della famiglia di animali, delle emozioni etc ...);
- il test di Rorschach;
- il test di Blacky;
- la scala di valutazione del livello intellettivo Wisc-III;
- le favole della Duss;
- il questionario multifasico di personalità MMPI-A (per gli adolescenti).

IN CHE MODO POSSONO ESSERE UTILIZZATI?

Tutti i test psicodiagnostici scientificamente fondati e validati sono strumenti preziosi, ma – se presi singolarmente- non sufficienti per indagare compiutamente la personalità.
Per questo è importante una valutazione integrata multimetodo e di una modalità di lavoro che considera l’integrazione tra materiali diversi un punto di forza della valutazione.
Pertanto si sostiene un modello di lavoro che prevede una gamma ampia di strumenti testali rigorosi e scientifici, che si integrano tra loro attraverso le diverse sfaccettature, e le varie stimolazioni che propongono alla persona.
L’integrazione di più strumenti consente di approfondire la valutazione, evidenziare eventuali forzature o simulazioni, comprendere particolari stati transitori.

QUAL E' IL MODELLO DI RIFERIMENTO?

Il modello a cui faccio riferimento è quello dell'Assessment collaborativo-terapeutico.
Il modello collaborativo della psicodiagnosi nasce a partire dall’intuizione della intersoggettività radicale dello scambio umano e dalle critiche avanzate già dagli anni ‘50 e ‘60 dal movimento umanistico e poi psicodinamico e sistemico, alla psicodiagnosi tradizionale di tipo psicometrico, perché considerata riduzionistica, deumanizzante e giudicante.
A partire dalla psicodiagnosi collaborativa poco strutturata e prevalentemente implicita dei primi autori, in particolare di Costantine Fisher, Carolin Purves e Leonard Handler, Stephen Finn con i suoi colleghi del Center for Therapeutic Assessment di Austin, Texas, hanno elaborato dagli anni ’80 una procedura esplicita ed articolata che hanno definito Assessment Terapeutico e che prevede specifici passaggi strutturati e codificati che aiutano il clinico ad applicare questo modello di lavoro in modo efficace secondo un percorso ben definito. Sia che si adotti un modello molto strutturato, sia che mantenga una flessibilità delle procedure generali di assessment, due sono i punti fermi del modello: rigore nella somministrazione e quotazione dei protocolli, e creazione di un contesto relazionale empatico e supportivo.

QUALI SONO I GIOVAMENTI CHE PUO' TRARRE LA PERSONA DAL PERCORSO?

Il primo obiettivo del percorso di psicodiagnosi collaborativa è che il soggetto, quando conclude la valutazione, senta di aver vissuto un’esperienza nuova, in particolare può sentire:
- di aver sperimentato un contenimento empatico;
- di aver ottenuto nuove informazioni su se stesso che possono cambiare almeno in parte il suo modo di considerare se stesso;
- di avere la possibilità di affrontare molte situazioni della sua vita in modo diverso da prima;
- di aver creato uno spazio dentro di sé in cui contenuti ed eventi sono pensabili e sostenibili;
- di aver acquisito uno sguardo gentile verso di sé, capace di osservare se stesso in modo non giudicante, tollerante ma anche disponibile al cambiamento, superando tanto il sentimento della vergogna quanto le aree ‘cieche’ dovute alla rigidità dei meccanismi di difesa.

PERCORSI DI VALUTAZIONE PSICODIAGNOSTICA

Ci si avvale della somministrazione di una batteria di test rigorosi, standardizzati e sottratti alla soggettività del diagnosta allo scopo di definire nel modo migliore le caratteristiche di una personalità e le modalità specifiche che la persona impiega per affrontare i problemi e le situazioni, gestire le emozioni, relazionarsi agli altri, percepire la realtà e formulare dei pensieri. Il fine è di comprendere la causa ed il contesto psicologico in cui si è formato un sintomo, un disturbo psichico, una specifica sofferenza, e quindi è utile anche per valutare la migliore strategia terapeutica e l’obiettivo più adeguato per un progetto di cura mirato e realistico.

Consulenza breve

Il primo accoglimento avviene attraverso un ascolto rispettoso del paziente che mi contatta a causa di un disagio, un sintomo, un blocco o un vissuto anche non chiaramente definito, che però impedisce lo sviluppo e l'utilizzo delle proprie capacità e potenzialità.

Psicoterapia individuale ad
orientamento psicoanalitico

La psicoterapia individuale è a cadenza settimanale e la durata è variabile, difficilmente la si può prevedere fin da subito (sebbene ci si possa dare delle tempistiche di massima per un primo bilancio dei risultati).

Psicoterapia di coppia

La psicoterapia di coppia è un metodo rivolto alle coppie che si rivolgono ad un professionista alla ricerca di un aiuto per affrontare un momento di crisi che può essere connesso a fasi del ciclo di vita (la genitorialità, la menopausa, il pensionamento) oppure ad eventi della storia della coppia (problematiche sessuali, tradimenti, ipotesi di separazione).

Psicoterapia di gruppo

La psicoterapia di gruppo è uno strumento molto potente ed efficace per la risoluzione di tutta una serie di problematiche personali e psicologiche. Il gruppo, ovvero l'insieme delle persone che lo compongono, funziona da valido alleato verso gli obiettivi di cambiamento che ogni componente si è individualmente prefissato.

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